Panico. E’ la sensazione che provo mentre l’aereo Alitalia semivuoto sul quale mi trovo sta scendendo su Tokyo, in una mattina limpida di gennaio. Sfinito da dodici ore incastrato in questa sedia della classe economica, mi scopro all’improvviso circondato da persone che parlano una lingua che non conosco, mentre scendo sull’ignoto. Conosco questa sensazione, questo vuoto nello stomaco, questa improvvisa voglia di scappare. […] E’ la paura di affacciarsi su qualcosa che non si conosce, un brivido piacevole di cui improvvisamente si perde il controllo.
Tratto dal prologo di Orizzonte Giappone
Riconosco quella sensazione di panico mista un senso di euforia, adrenalina, paura: un mix di emozioni che forse chiunque ha provato viaggiando per la prima volta verso il Giappone, per molte persone luogo quasi mistico, ammantato da un’aura di mistero e impenetrabilità. Lo stesso vale anche per chi ne studia la lingua e la cultura, essere preparati da un punto di vista “teorico” non salva comunque da una sorta di timore reverenziale, nel momento in cui si mette per la prima volta piede sul suolo nipponico.
Ho letto in pochi giorni Orizzonte Giappone di Patrick Colgan, una lettura piacevole, apparentemente semplice ma densa di significato, l’esplorazione di un paese (e di un amore nei confronti di questo) vissuta in un modo estremamente personale, come d’altronde non poteva che essere, ma coinvolgente, in cui è facile rispecchiarsi.
Mi piace come Patrick parla del Giappone, l’ho apprezzato nel libro e lo apprezzo da molto tempo nei suoi articoli del blog orizzonti, che se non conoscete, vi consiglio assolutamente di leggere. La scoperta di un paese vissuta con tutti i dubbi e le perplessità che possono inevitabilmente nascere, ma anche con l’entusiasmo e la gioia che si provano verso qualcosa di sconosciuto, lo sguardo curioso ma mai giudicante, o prevenuto. Non è una cosa semplice, il Giappone è un paese denso di sfumature e contrasti, difficile ed ostico per certi versi, ma che porta anche a facili entusiasmi: è il gusto del diverso, dell’esotico, se vogliamo, di qualcosa che noi riconosciamo come “altro”, opposto rispetto ai nostri usi e abitudini. Io con gli anni mi rendo conto di aver sviluppato un occhio “clinico” verso questo paese, di cui amo moltissimi aspetti, e di cui non ne sopporto molti altri. Lo osservo a distanza, cerco di capirne i movimenti e gli umori, le idee che cambiano e si sviluppano negli anni, non sempre riuscendoci. Ed è anche per questo mi piace leggere le opinioni di chi ha vissuto il Giappone da semplice turista, o da viaggiatore più o meno occasionale, osservandolo con occhi incuriositi e talvolta spiazzati, ma non “velati” dalle conoscenze pregresse, gli occhi di chi lo ha studiato, analizzato, affrontato e vissuto in tutte le sue contraddizioni.
Orizzonte Giappone in questo riesce in pieno, non è la cronaca entusiastica di un amore per un paese senza sé e senza ma, lo sguardo superficiale di chi in Giappone trova il paese dei balocchi, ma è un viaggio consapevole di scoperta (e in questo si percepisce il taglio “giornalistico”, soprattutto nel reportage dedicato alla zona colpita dal terremoto del 2011) di chi ha imparato a comprendere e ad apprezzare questo paese nelle sue diverse sfaccettature.
A chi lo consiglierei? A chi ama il Giappone, ovviamente, a chi si accinge a partire per questo paese e vuole scoprirne anche gli aspetti e i luoghi meno conosciuti (ho apprezzato molto il capitolo dedicato ai “margini”: Okinawa e Hokkaido). A chi ama viaggiare, e non si accontenta di una prima occhiata superficiale.
Orizzonte Giappone lo trovate su Amazon in formato Kindle a 3,74 €
Ciao Daniela!
Grazie per avermi segnalato questo libro e il suo autore, il cui blog è interessantissimo!
Amo il Giappone, anche se ho avuto un’unica occasione di visitarlo. Sogno di tornarci ma il lavoro non mi dà tempo. Forse, un giorno… 😛
Atterrando a Tokyo, la mia prima impressione è stata: “okkei, se siamo fortunati, siamo rovinati, questi giappi non capiscono il mio inglese (accento scozzese), e la mia amica che parla/studia giappo, si è presa una paura blu e non proferisce che monosillabi…”. Magnifica esperienza trasversale 😀
Ciao
Sid
Ti auguro di cuore di poterci tornare il prima possibile, sono felice che il post ti sia stato utile per scoprire un nuovo blog! 🙂
A presto!