Eccoci qui con una nuova puntata dedicata al mio viaggio in Giappone! Oggi si va a Nara 奈良.
Classica escursione di una giornata, Nara è abbastanza vicina sia a Kyoto che a Osaka ed è raggiungibile in circa un’ora di treno. Ma vediamo un po’ di storia prima.
Nara è stata la prima vera capitale del Giappone, a partire dal 710 al 784 con il nome di Heijōkyō, e fu costruita su modello di Chang’an, capitale cinese in epoca T‘ang. Fu proprio in epoca Nara che il Giappone iniziò un periodo di assimilazione della cultura cinese che condusse all’introduzione del Buddhismo, e con esso della scrittura ideografica, insieme a un codice di leggi ispirato al codice T’ang, oltre alle prime opere storiografiche del Giappone, ovvero il Kojiki e il Nihon Shoki. Possiamo considerare Nara come la culla della civiltà giapponese, e infatti è un luogo pregno di cultura e con tantissimi siti storici e artistici, tanto da essere diventato patrimonio dell’Umanità nel 1998.
Comunque oggi Nara è famosa soprattutto per lui:
e per loro 😀
Gli affamatissimi cervi di Nara!
Nara è una città veramente bella e piacevole da visitare, una tappa che vale assolutamente la pena considerare se pensate di andare in Giappone e nel Kansai! Sono molte le cose da vedere, ma noi per evitare di trasformare anche questa giornata in un ennesimo tour de force, ci siamo concentrati sul Tōdaiji e sul parco di Nara, una bellissima escursione nella natura.
Usciamo dalla stazione dell JR e in circa un quarto d’ora a piedi raggiungiamo il parco. Il primo edificio in cui ci imbattiamo è il Kōfukuji.
Il tempio appartaneva alla famiglia dei Fujiwara, un clan molto potente che di fatto deteneva il potere durante l’epoca Nara e Heian, e fu realizzato nello stesso anno in cui fu fondata Nara, cioè nel 710.
Proprio qui incontriamo i primi cervi affamatissimi e noi, coraggiosi, decidiamo di acquistare un paio di pacchetti di shika senbei (cracker per cervi): veniamo letteralmente assaliti dai cervi, un paio mi strattonano e mi tirano per la maglietta! Che voracità!
I cervi sono considerati i messaggeri degli dei, pertanto sacri e divini. Nel parco si aggirano qualcosa come 1200 cervi, dichiarati Monumenti naturali. Dopo averli sfamati e aver giocato un po’ con loro, proseguiamo attraverso il Parco.
Arriviamo al Nandaimon, la porta Nandai che conduce al tempio più famoso e importante di Nara, il Tōdaiji. Fondato nel 752, il tempio divenne talmente potente da costringere la corte imperiale a spostare la capitale a Nagaoka nel 784, per ridurne l’influenza.
La sala principale del tempio, il Daibutsuden, che ospita la grande statua di Buddha, è la costruzione in legno più grande al mondo, ed è stupefacente considerando che l’edificio attuale, ricostruito nel 1692, è solo due terzi della struttura originale, che tra l’altro includeva due pagode ai lati.
Il Daibutsu, cioè il grande Buddha di Nara, realizzato nell’VIII secolo, è una delle più grandi statue in bronzo del Giappone, raggiunge un altezza di quasi 15 metri e un peso di 500 tonnellate, un vero e proprio colosso! Personalmente, però, preferisco di gran lunga il grande Buddha di Kamakura (Ricordate? Ve ne ho parlato qui).
Come potete vedere dalla foto, il Buddha di Nara assume una posizione diversa rispetto a quello di Kamakura (nella classica posizione del loto): la mano destra è alzata per togliere le sofferenze delle persone, la mano sinistra invece è abbassata col palmo verso l’alto per esaudire i desideri.
Proseguiamo la nostra passeggiata per il parco, e visitiamo un piccolo giardino, che ha l’ingresso gratuito per i turisti stranieri, lo Yoshikien.
Siamo in pieno agosto, ma il colore delle foglie inizia già a mutare verso tonalità più autunnali.
E’ un piacere passeggiare in questo giardino, che si caratterizza per essere realizzato in tre stili diversi: un giardino con laghetto, un giardino di muschio e un giardino per la cerimonia del tè.
La casa da tè all’interno del giardino
Mi sarebbe piaciuto visitare anche il vicino Isuien, ma era chiuso, peccato!
La nostra giornata a Nara sta volgendo al termine, salutiamo i nostri amici cervi e ci dirigiamo nuovamente verso la stazione, per tornare a Kyoto.
Ma prima di ritornare alla base, facciamo una breve tappa al Fushimi Inari Taisha, santuario shintoista famoso per la lunghissima serie di torii rossi (circa 4 km, se non sbaglio) che delimitano la strada lungo il bosco che conduce al santuario.
Il Fushimi Inari è il più importante dei templi dedicati al kami Inari, la divinità del riso e della fertilità, e si trova a sud-est di Kyoto, a due fermate di treno dalla stazione di Kyoto (circa 5 minuti di viaggio).
La volpe (kitsune), considerata messaggero del dio Inari.
Le origini del tempio sono molto antiche, infatti sembra sia stato costruito prima che la capitale venisse spostata a Kyoto, nel 794, mentre gli innumerevoli torii rossi che compongono i tunnel, sono stati tutti donati nel corso dei secoli da persone singole, e famiglie, oppure da compagnie.
Non abbiamo completato tutto il percorso fino al santuario, troppo lungo e stancante dopo una giornata in giro, ma passeggiare nel bosco sotto i torii è un’esperienza suggestiva e anche piuttosto piacevole, nonostante il caldo che almeno qui è un po’ mitigato, soprattutto all’ora del tramonto.
Anche questa giornata è finita, e torniamo a Kyoto per la nostra ultima sera in città: il giorno dopo ci aspetta il (complicato) trasferimento al Kōya-san, luogo sacro e uno dei principali centri monastici del Giappone, dove dormiremo in un tempio!
つづく
Non vedo l’ora di sapere tutto sul Koya-san! Non ci sono stata e un po’ mi dispiace, quindi leggere il tuo racconto sarà come dire, riparatorio!
Nara mi è piaciuta tantissimo, ma è enorme e un giorno è poco. Mi ricordo che avevo fatto un pranzetto delizioso in un ristorante vicino alla stazione e che un cervo mi voleva mangiare la cartina!
Nara è bellissima, secondo me organizzandosi bene si riesce a vedere almeno il grosso delle attrattive principali, però diventa molto stancante e con il caldo i tempi si allungano inevitabilmente. Poi diciamo che sfamare i cervi diventa una bella distrazione! 😀