Così, dopo tante chiacchiere sul Giappone, si ritorna a parlare di traduzione con un nuovo post di pubblica utilità.
Tutti gli aspiranti traduttori, freschi freschi di laurea e con poca o nulla esperienza, si ritrovano ad affrontare questa prima pressante questione: come redigere un buon curriculum vitae che possa essere preso in considerazione dalle aziende/agenzie di traduzioni/casa editrici a cui mi sto proponendo?
Chiariamoci, purtroppo non ho soluzioni certe che garantiscano un riscontro positivo, però ho qualche consiglio, basato sulla mia personale esperienza, quella di altri traduttori, oltre alle preziosissime risorse fornite dalla rete (una su tutte: il sito Proz.com).
Come stilare un buon curriculum vitae da traduttore
Prima fondamentale cosa: il curriculum non deve contenere errori grammaticali, di sintassi o refusi. Leggetelo e rileggetelo più e più volte. Il curriculum è il vostro biglietto da visita e non è bello presentarsi subito con degli errori (specie ci si propone come traduttori, che si presuppone conoscano alla perfezione la propria lingua madre).
Il curriculum deve essere sintetico, direi massimo due pagine, e chiaro. I potenziali clienti vogliono arrivare subito alle informazioni salienti e devono riuscire a ricavarle con un’occhiata, senza stare a spulciare pagine e pagine di curriculum!
Curate la forma. Eviterei il formato europeo del CV, troppo statico e poco adatto a un curriculum da traduttore. Scegliete una bella intestazione al curriculum, che permetta al potenziale cliente di capire immediatamente con chi ha a che fare.
Solitamente così: NOME COGNOME + COPPIA LINGUISTICA (Es: JAP > ITA/ENG > ITA) + SETTORE DI SPECIALIZZAZIONE (Es: Traduzioni per il turismo/Traduzioni legali/mediche ecc.).
Bene, ora che abbiamo impostato l’aspetto del curriculum, pensiamo ai contenuti.
Cosa deve contenere un curriculum da traduttore?
Dati personali
Quindi i vostri recapiti, sito internet, profilo LinkedIn e Proz, e tutto quello che può essere utile a farvi conoscere.
Servizi offerti
Per cosa vi proponete? Traduzione? Interpretariato? Revisione? Sottotitolaggio?
Ricordate anche di inserire le vostre combinazioni linguistiche e i settori di specializzazione.
Istruzione:
Titoli di studio, master, corsi di lingua in italia e all’estero, certificazioni linguistiche, corsi di aggiornamento professionale.
Esperienza lavorativa/Portfolio
Ehehe, e qui viene il bello (o casca l’asino).
Quali esperienze inserire?
Intanto, sconsiglierei fortemente di inserire qualunque esperienza lavorativa fatta (da baby-sitter a volantinaggio) tanto per allungare il brodo.
Le esperienze lavorative devono risultare utili e fondamentali ai fini della traduzione, anche se non sono esperienze di traduzione vera e propria. Possono essere utili esperienze di insegnamento linguistico (ripetizioni o scuole private), oppure esperienze lavorative altre che vi hanno permesso di sviluppare un ottimo bagaglio di competenze linguistiche in determinati settori (segretaria/assistente legale presso studi internazionali, oppure come operatore turistico, addetto culturale ecc.).
Ovviamente da inserire eventuali esperienze di traduzione o stage di traduzione. Queste sono solo alcune idee per chi ha un minimo di esperienza lavorativa, anche in altri campi che esulano la traduzione.
Ma per chi comincia da zero assoluto? Certo non si può fingere un’esperienza che non si ha, e inserire varie esperienze casuali (come dicevo prima, baby sitter, volantinaggio ecc.) non serve praticamente a nulla. In questo caso l’onestà è l’unica arma, e se non si può contare su grandi esperienze lavorative, bisogna puntare sulla specializzazione. Quindi soffermatevi su titoli, corsi di traduzione e di lingua, linguaggi settoriali, viaggi e quant’altro.
Questo è l’unico modo per sopperire alla mancanza di esperienza. Ovviamente, possono rivelarsi utili anche attività di traduzione volontaria (digitando “volunteer translator” su google troverete tanti risultati in merito).
Capacità informatiche.
Fondamentali nell’era digitale, dove se riuscirete a lavorare come freelance, il computer dovrà essere il vostro migliore amico. E non parlo solo di Internet e pacchetto office (scontati). Nelle traduzioni tecniche vi sarà spesso richiesto l’utilizzo di software per la traduzione assistita (i cosiddetti CAT tools), conoscerne almeno uno sicuramente vi sarà di grande aiuto.
Infine, parliamo di tariffe
In un curriculum da professionista ritengo sia necessario inserire almeno delle tariffe indicative di base. Ricordatevi di specificare la tariffa per ogni lingua (il giapponese, per esempio, richiederà una tariffa diversa dall’inglese) e per ogni servizio (traduzione/revisione ecc.).
La tariffa può essere a parola, a cartella, a ora, a riga ecc. Scegliete il sistema che preferite, potete indicare anche una tariffa a parola e una oraria, l’importante ovviamente è che siano coerenti tra loro.
Bene, il curriculum ora è fatto e finito, ma in che formato vogliamo salvarlo? Il formato migliore è sempre il .pdf, non modificabile e che non comporta problemi di visualizzazione/compatibilità.
E questo è quanto. La mia non mira certo a essere una trattazione esauriente sulla redazione del curriculum perfetto, argomento piuttosto lungo da trattare. Questi sono solo piccoli suggerimenti per cercare di impostare un curriculum da traduttore decente. Infatti, proporsi come traduttore è diverso dal proporsi per un posto di lavoro. Sicuramente, in entrambi i casi, bisogna essere in grado di mettere bene in risalto le proprie esperienze e capacità, però il traduttore fornisce un servizio, ed è su quello che deve puntare, e, soprattutto, evidenziare cosa lo differenzia da qualsiasi altro traduttore in circolazione.
Spero di non aver tralasciato nulla di fondamentale, e ovviamente altri suggerimenti e considerazioni in merito sono le benvenute, visto che anche io mi ritengo una persona che ha ancora molto da imparare.